Alla fine della scorsa settimana
sono emerse circostanze che hanno reso molto più chiaro il caso degli usi
impropri delle auto comunali, ribattezzato dalla stampa “benzinopoli”. La
vicenda si compone di tre aspetti diversi e complementari, che cercheremo di
descrivere succintamente in ordine di gravità, dalle inadempienze
amministrative all'ipotesi di reato penale già all'attenzione della Guardia di
Finanza.
1) Il primo aspetto riguarda la
mancata compilazione dei tabulati associati ad ogni autovettura del Comune,
così come previsto dalla versione del Regolamento di Contabilità varata l'anno
scorso. I tabulati altro non sono che semplici registri, dove il conducente
dovrebbe scrivere destinazione e chilometraggio ai fini di poter controllare
periodicamente la conformità degli usi del mezzo e dei consumi di carburante.
Si è scoperto che soltanto su 4 delle 11 automobili a disposizione del Comune i
tabulati venivano compilati. La cosa più grave è che sul tabulato presente
nella cosiddetta “macchina del sindaco”, l'auto riservata agli organi
istituzionali, non vi è tratto di penna: è intonso nonostante i consumi
registrati. Nessuno, tra sindaco e assessori, che abbia usato l'auto nel corso
dell'anno si è mai preoccupato di registrare il viaggio compiuto, nonostante
ciò sia previsto da un Regolamento che loro stessi hanno approvato in Consiglio
Comunale a dicembre 2011. Come pensino questi amministratori di poter
pretendere il rispetto delle regole dai dipendenti comunali, quando essi stessi
ne fanno carta straccia, resta un mistero.
2) Il secondo aspetto lo potremmo
collegare all'episodio capitato all'assessore Moschi, ma che vale come monito
generale per un uso più rispettoso dei beni del Comune. E' stato già scritto
che domenica 27 maggio una Panda del Comune tra quelle in dotazione al Settore
Tecnico è stata pizzicata da un autovelox a Castelfiorentino. Alla guida c'era
l'assessore Moschi, ma per l'appunto la domenica pomeriggio tutti gli uffici
sono chiusi, dunque si ipotizza un uso improprio del mezzo (oltretutto tra
quelli destinati ai tecnici del Comune). Abbiamo chiesto formalmente che ci
venissero fornite spiegazioni in merito dal sindaco, che tardano ad arrivare.
In assenza di giustificazioni convincenti, ogni cittadino sarà autorizzato a
pensare che l'assessore stesse usando un'auto del Comune per andarsene a spasso
in un giorno festivo.
3) Il terzo aspetto, già
all'attenzione degli inquirenti, è legato al presunto uso illecito delle schede
carburante in dotazione sulle auto comunali e in particolare di quella
associata all'auto delle istituzioni, la “macchina del sindaco”. Si tratta di
tessere magnetiche con funzioni di carta di credito di cui è dotata ogni
automobile per coprire i costi dei consumi di quella specifica vettura. Nessuno
è autorizzato a portarsi la tessera a casa e tanto meno ad utilizzarla per fare
carburante sulla propria automobile. Ai primi del mese, nel corso di una
revisione sull'auto delle istituzioni, alcuni dipendenti si sono accorti
dell'assenza della scheda magnetica dall'apposito contenitore. Subito è stata
fatta denuncia di smarrimento ed è stato bloccato l'accesso al conto corrente
del Comune. Preoccupato dalla circostanza, il personale dell'ufficio economico
ha provveduto ad eseguire una verifica sui report degli ultimi prelievi dal
conto corrente eseguiti con quella tessera magnetica, rilevando serie anomalie.
Era stata usata molte più volte del normale fuori Volterra; dal confronto tra
chilometraggio e consumi emergeva la media poco credibile di 7Km/litro;
talvolta la spesa risultava associata a pieni di gasolio pur essendo l'auto a
benzina. A completare il quadro le dichiarazioni rilasciate a Il Tirreno dall'assessore Costa il 12 ottobre, in cui
ha ammesso di aver sottratto la carta magnetica dall'auto del Comune e di
averla utilizzata per fare rifornimento sulla propria auto, comunque
dimenticandosi di registrare la missione fuori sede. Per essere precisi la
missione a Livorno a cui ha fatto riferimento l'assessore nelle sue
dichiarazioni è costata un pieno di 91euro di gasolio. L'assessore ha aggiunto
di essere in grado giustificare soltanto uno dei rifornimenti dubbi a carico
della tessera magnetica “smarrita”, sostenendo di poter “motivare solo il
viaggio del 10 agosto” e aggiungendo: “per gli altri contestati non ho alcuna
responsabilità”. Da queste parole si potrebbe dedurre che un uso disinvolto
della tessera magnetica associata all'auto istituzionale non fosse prerogativa
di un unico assessore. Dal punto di vista giudiziario questo è un dato importante
che chi conduce le indagini dovrà verificare. Dal punto di vista politico,
invece, vi sono ormai sufficienti elementi per poter valutare la situazione e
per trarne tutte le logiche conseguenze.
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