Per pagare e morire c'è sempre tempo. A questa massima
si stanno attenendo le autorità di controllo sulla gestione del patrimonio
idrico. Infatti, la nostra società dell’acqua (Asa) e l’Autorità Idrica
Toscana (AIT) si sono concesse il lusso
di prendersela comoda, e hanno deciso di nicchiare nel provvedere agli
adeguamenti tariffari necessari a rendere operativo il rimborso del 7% sulle
bollette dell’acqua emesse a partire dal 21 luglio del 2011. Intanto,
continuano ad incamerare la remunerazione del capitale investito, ignorando
l’esito referendario dello scorso anno. Questa è la sintesi delle risposte che
da qualche settimana Asa e AIT stanno recapitando ai cittadini in risposta alle
legittime richieste di rimborso che gli arrivano da tutte le parti.
Ci pare che le regole vengano applicate immediatamente
e con rigore solo quando vanno a scapito dei comuni cittadini, mentre sono
tranquillamente disattese quando dovrebbero colpire le società per azioni o
altri enti dotati di particolare peso economico. La disparità è tanto più
scontata nel caso degli enti gestori del servizio idrico, abbondantemente
intrecciati con le istituzioni e di conseguenza con uomini dei partiti. Si sa,
la cosiddetta classe dirigente ritiene di potersi concedere molti privilegi:
anche quello di prendersela comoda, sebbene in presenza di precisi obblighi di
legge.
La campagna di “Obbedienza Civile”, promossa dal Forum
nazionale per l’acqua pubblica, che da mesi portiamo avanti a Volterra, ha
giusto lo scopo di scuotere gli enti e spingerli, attraverso le istanze di
rimborso dei cittadini, ad intraprendere i passi necessari al rispetto del voto
referendario.
A fronte delle prime risposte ricevute dai cittadini,
tutte tese a prendere ancora tempo, abbiamo ritenuto fosse obbligo del Comune
di Volterra esercitare le dovute pressioni sugli organi competenti in materia
(Asa e ATO), in qualità di socio o membro. Questa è la richiesta contenuta
nella mozione che abbiamo sottoposto alle forze politiche all'ultimo Consiglio
Comunale. Sinistra per Volterra e Città Aperta hanno ritenuto il documento
condivisibile, mentre Buselli in due successivi interventi si è dichiarato
contrario, sostanzialmente sposando l'azione temporeggiatrice dell'ente gestore
e rifiutandosi di sollevare la questione in sede di ATO e Asa.
Dopo una buona mezzora di discussione in Consiglio, il
documento sembrava oramai spacciato per l'imminente bocciatura da parte di UpV
e Bassini. Quando, al momento del voto, per la prima volta, alcuni assessori
(Lonzi e Fedeli) hanno espresso i loro dubbi personali, finendo per chiedere di
rinviare la votazione al prossimo Consiglio per avere l'opportunità di
approfondire meglio il testo del documento.
E, forse, anche per ridefinire la linea della maggioranza su questo
tema. Per la prima volta da un anno e mezzo a questa parte, la maggioranza non
si è limitata ad accodarsi per intero dietro la linea espressa dalle parole del
Sindaco. Per parte nostra abbiamo sempre cercato di fornire contributi
costruttivi al Consiglio, avanzando proposte e critiche ragionate. Anche in
questo caso abbiamo acconsentito alla richiesta di rinvio venuta dagli
assessori, per aprire uno spiraglio ad un'intesa tra tutte le forze politiche.
Per i cittadini/utenti sarebbe importante poter contare sulla volontà unanime
del nostro Consiglio Comunale su un tema sensibile come quello della difesa
della natura pubblica dell’acqua, nel rispetto del risultato referendario. E’
per questo motivo che abbiamo accettato di rinviare di qualche settimana il
voto, anche se il documento giaceva in Comune già da oltre un mese.
Se i diritti dei cittadini vengono palesemente derisi
con studiati temporeggiamenti e pretestuosi cavilli burocratici, chi ha
responsabilità di amministratore deve decidere da che parte stare. Ci auguriamo
che, dopo ulteriore riflessione sul tema, all'interno della maggioranza
prevalga quella parte che sembra iniziare a comprendere la necessità di azioni
concrete all'interno di ATO e Asa affinché il diritto venga ristabilito.
Progetto Originario
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