lunedì 7 novembre 2011

Strade senza sfondo

A leggere le delibere di Giunta che rivedono l'uso pubblico delle strade vicinali e comunali sembra di assistere ad una lotteria. Dai documenti emergono arbitrio e improvvisazione in misura stupefacente. L'ultima novità è la delibera 177 del 18 Ottobre che, oltre ad avviare il procedimento per retrocedere da comunali a vicinali le strade di San Ottaviano e parte della strada di Mommialla, recupera all'uso pubblico le strade di Zambra e Caggio, classificate dalla stessa Giunta ad uso privato meno di un mese prima (delibera del 20 settembre n. 153). La delibera del parziale dietrofront prende le mosse da un ulteriore esame della Commissione Strade, presieduta dell'assessore Costa, di cui raccomandiamo a tutti la lettura del verbale. Infatti, “dopo attento sopralluogo”, la suddetta commissione pare finalmente essersi accorta che la strada di Zambra porta a Scornello e che quella di Caggio confluisce in quella di Zambra. Circostanze che naturalmente giustificano il mantenimento dell'uso pubblico. Non possiamo che congratularci per la felice scoperta! Allo stesso tempo però dobbiamo rilevare con quanta superficialità questa commissione e la Giunta abbiano preso decisioni importanti in materia di uso pubblico, declassando strade (nemmeno troppo secondarie) che non sapevano neppure dove sboccavano. Infatti, in poco più di un mese e sulla base di un'istruttoria ridotta all'osso, la Giunta ha deliberato ben tre volte sulle strade vicinali, prima declassificando da pubblico a privato l'uso di un blocco di ben 12 strade consorziate vicinali, su un totale di 19. Salvo poi, come abbiamo visto, doverne recuperare due (finora), contraddicendo le  conclusioni a cui era giunta soltanto poche settimane prima. La realtà è che tutto il procedimento di analisi delle singole strade e della loro utilità è viziato da insufficiente approfondimento, da eccessivo arbitrio e soprattutto da un indirizzo politico preconcetto ed errato. A nostro avviso, infatti, è insensato ritenere che la viabilità minore sia un peso per il bene pubblico anziché un valore aggiunto, specie in un Comune come il nostro, costituito da un territorio agricolo molto ampio, ricco di storia e di emergenze paesaggistico-ambientali. In questi contesti non si può rinunciare a tutto quel patrimonio di infrastrutture leggere, ormai perfettamente integrato nel paesaggio, costituito dalla rete delle strade vicinali senza minare sia il rapporto tra cittadini e territorio, sia la sopravvivenza di attività vitali come quelle agricole, sia lo sviluppo di un turismo sostenibile e di qualità. Noi pensiamo che il Comune di Volterra non possa rinunciare a questi valori. Non a caso avevamo fatto richiesta di parte delle ghiaie provenienti dagli scavi di Puretta, calcolando almeno 5 anni di manutenzione delle strade comunali e consorziate bianche. Questa Amministrazione, invece, può farne tranquillamente a meno, perché evidentemente aveva messo in conto di liberasi di almeno la metà delle strade consorziate. Certo è strano che Buselli e Moschi spesso prendano ad esempio la Provincia di Siena, perché all'atto pratico si comportano in modo opposto; se è vero come è vero che la Provincia di Siena ha dichiarato le proprie strade bianche “patrimonio del paesaggio senese” mentre a Volterra il Comune cerca di disfarsene. Ma se nel merito questa decisione è sbagliata e superficiale, il metodo rispecchia la natura dell'Amministrazione Buselli. Una decisione calata dall'alto sulla testa degli interessati senza consultare nessuno. Per di più senza il coraggio di assumersi la responsabilità delle loro decisioni. Sono apparse, infatti, quanto mai sconvenienti le dichiarazione dell'assessore Costa, tese a camuffare un chiaro indirizzo politico dietro considerazioni di natura tecnica. Una Commissione Strade c'era anche ai tempi del Sindaco Bartaloni, con organi tecnici quasi identici a quella attuale. Se la commissione presieduta da Costa ha mutato parere, ferma restando la componente tecnica, significa che ciò che è cambiato è l'indirizzo politico dettato dall'Amministrazione. Per le sommarie decisioni prese, per il modo in cui sono maturate e per aver cercato di evitare le sue precise responsabilità, riteniamo che l'assessore Costa oggi farebbe molto meglio a dimettersi.
Inoltre riteniamo che la Giunta non sia l'organo adatto a deliberare sul tema, perché il Consiglio Comunale certamente resta la sede più appropriata per discutere di beni di uso pubblico. Per questo, assieme al gruppo di Città Aperta, abbiamo richiesto una seduta straordinaria in cui affrontare il tema con maggiore trasparenza. Siamo ancora in attesa che il Sindaco fissi una data.

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