lunedì 7 novembre 2011

Cercando l'oro a Puretta

Vincendo un po' di riluttanza vengo a replicare ad un articolo della lista civica dal titolo “L'oro nelle ghiaie di Puretta”, dove in realtà il vero tema sono io. La riluttanza naturalmente è dovuta al fatto che gli articoli della lista civica “Uniti Volterra”, per stile e argomenti, più che discussioni civili assomigliano a mach di wrestling nel fango. Ma visto che il tema di Puretta mi sta a cuore, indosso la cuffia, il paradenti e procedo.
Punto primo: la ghiaia e la sabbia di fiume che si trovano tra le alluvioni di Puretta sono materiali edili pregiati, dotati di un valore commerciale rilevante. I materiali granulari fluviali per dimensioni, selezione granulometrica e caratteristiche di resistenza sono sempre stati tra i più apprezzati in edilizia, ma per ragioni ambientali il loro prelievo è stato quasi del tutto precluso a partire dagli anni '80. Da allora la normativa, non solo toscana, recepì la necessità di salvaguardare dalle escavazioni i materiali alluvionali per i danni che queste provocavano sia al sistema idrogeologico fluviale sia all'equilibrio degli apporti solidi lungo il fiume e sulle coste. Naturalmente un materiale più è difficile da reperire e più costa, tanto che adesso il valore commerciale delle ghiaie fluviali oscilla tra 20 e 25euro/m3.
Punto secondo: è l'Amministrazione Comunale e non Fabio Bernardini che nel periodo compreso tra luglio 2009 e Dicembre 2010 ha portato avanti la richiesta di una parte delle ghiaie di Puretta. Per un anno e mezzo questa è stata la linea dell'Amministrazione, concordata col Sindaco e in sede di Giunta dove nessuno avanzò mai obiezioni. Posso facilmente immaginare che in altre sedi, più private, qualche amministratore già da subito remasse contro, ma senza dubbio non palesò mai nessuna obiezione in mia presenza. Se l'Amministrazione Comunale, sostenuta dalla lista civica UpV, è caduta in contraddizione nel 2011 facendo un improvviso dietrofront, significa che è l'Amministrazione Comunale a dover spiegare la propria incoerenza. Non certo io che la penso esattamente come prima. Anzi, un paio di testimoni mi hanno raccontato che il Sindaco in privato fino ad un anno fa si spingesse anche oltre, lamentando che le quantità di ghiaie richieste dell'Amministrazione a suo parere potevano anche essere più cospicue. Arrivato alla resa dei conti, poi, le ha ridotte a zero.  
Punto terzo: la Regione non ha negato le ghiaie al Comune, come sostenuto dalla lista UpV, ma è quest'ultimo che ha revocato la propria richiesta. Lo ammette il Sindaco nella risposta all'interrogazione n° 9741/2011 in cui afferma: “l’Amministrazione Comunale ha rinunciato a ripresentare la richiesta per non ostacolare la procedura di rilascio dell’autorizzazione, lasciando gli inerti estratti nella disponibilità di ASA per ricoprire le spese di indennità al proprietario dei terreni necessari alla realizzazione dell’opera”. Anche se, a quanto mi risulta, i proprietari dei terreni risulterebbero già indennizzati ampiamente per gli espropri previsti.
Punto quarto:  il totale del volume di materiale di scavo previsto equivale a 1.085.000m3  suddivisibile in quattro tipologie principali: 80.000m3 di terreno vegetale; 371.000m3 di alluvioni argilloso limose; 275.000m3 di sabbia e ghiaia alluvionale; 359.000m3 di substrato argilloso limoso con frequenti intercalazioni di livelli di sabbia o sabbia e ghiaia. Salvo i 185.000mc di terre previsti per lavori nel cantiere, il progetto Asa prevede di destinare il grosso materiali in progetti d'iniziativa privata. Come sostiene l'elaborato specifico, le realtà individuate sono: l'Azienda Agricola il Palagetto, l'impresa Coedil e la società Nencini. Possiamo pensare che i dirigenti di queste aziende siano degli incapaci che accettano di farsi ingolfare le attività da centinaia di migliaia di metri cubi di rifiuti, oppure persone intelligenti che sanno di avere a che fare con materiali commercialmente validi. Tra queste due tesi io sottoscrivo la seconda. Capisco che in mezzo a tanti privati stonasse un po' la presenza di un'Amministrazione Pubblica come il Comune. Ma guada caso la legge in queste circostanze privilegia proprio le Amministrazioni Pubbliche e l'utilità pubblica dei progetti (anche se nei fatti risultano sempre l'anello più debole).   
Punto quinto: si sapeva che l'interesse del Comune di Volterra avrebbe trovato ostacoli, infatti quando avanzammo per la prima volta la richiesta di parte del materiale alluvionale previsto dallo scavo, questa non fu affatto accolta da un coro di lodi. Il Sindaco lo sa bene, per aver partecipato con me ad un paio di riunioni sul tema con altri interlocutori istituzionali. Se questo materiale fosse di nessun valore, a nessuno interesserebbe il destinatario finale. Ma evidentemente non è così.
Punto sesto: sulla gestione delle terre perfino l'ufficio Via della Regione ha dovuto ammettere che qualcosa non va. Infatti, al termine della procedura di VIA (al punto 25) ha sentenziato: “atteso che, per quanto riguarda il previsto riutilizzo dei materiali di scavo da parte delle ditte Nencini e Coedil, non risultano essere soddisfatti due requisiti stabiliti dal comma 1 dell'art. 186 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., e precisamente la certezza dell'integrale utilizzo delle terre in esubero sin dalla fase di produzione e la dimostrazione di tale certezza, prima dell'autorizzazione alla realizzazione dell'opera deve essere presentata all'autorità competente per la VIA o ulteriore documentazione comprovante la certezza di detto utilizzo, o il progetto per il conferimento di tali materiali in discarica, con l'indicazione dei relativi percorsi e lo studio degli effetti ambientali relativi e delle eventuali misure di mitigazione da adottare“. A mio parere, essendo questo uno dei punti più critici del progetto, la Regione però non doveva approvare la VIA e al tempo stesso rimandare a chissà quando la soluzione del problema delle terre. Tuttavia anche in Regione si sono dovuti accorgere che il progetto su questo punto stride con la normativa.   
I due simpatici estensori dell’articolo a firma Lista Civica ironizzano sul fatto che nelle alluvioni di Puretta io creda vi sia l'oro, ma sanno perfettamente che non c’è bisogno del prezioso metallo perché sul progetto gravitino rilevanti interessi. Semmai l’improvviso voltafaccia dell’Amministrazione unito alle recenti inchieste giudiziarie mi fanno temere altro.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

Nessun commento:

Posta un commento