lunedì 14 novembre 2011

Autocritica

Le vicende giudiziarie di Orsi e le prime indiscrezioni giornalistiche sulle sue memorie difensive consegnate ai giudici hanno inevitabilmente rievocato nella memoria di molti di noi i fatti di un anno fa. In poche settimane si consumarono le note vicende del falso curriculum di Orsi, il rimpasto di Giunta, le nostre dimissioni  e il tentativo della lista civica UpV di forzare il Consigliere Cocucci a dimettersi. Tutti questi episodi restano tutti ben impressi nella nostra memoria ma tra tutti quest'ultimo riuscì particolarmente desolante, perché lo sapevamo seguire ad altri squallidi tentativi di riportare Luigi Cocucci tra le fila di quelli che si adeguano sempre. Tirando in ballo a sproposito l'1% di proprietà da parte di Cocucci del parcheggio della Dogana, la lista cercò di montare una campagna stampa per forzarne le dimissioni. Il piano finì miseramente, avendo suscitato il disgusto perfino dei cittadini più sprovveduti.  Ma per quanto si sia rivelato un tentativo maldestro, ciò non sminuisce di un grammo la gravità delle intenzioni. Oggi, Orsi dalle pagine dell'”odiato” quotidiano “Il Tirreno” (5 novembre) rivela che l'azione della lista civica contro Cocucci fu predisposta da lui, Moschi e da un non meglio precisato imprenditore, il 7 Gennaio al tavolo di un bar di Castiglioncello. Le date tornano. In effetti anche i lettori ricorderanno che la lista civica che sostiene Buselli, a metà gennaio 2011 inaugurò una serie di giornalate volte a far dimettere Cocucci. Tra parentesi, dispiace ricordare che in quella circostanza nessuno degli ex compagni di maggioranza si dissociò da quello che sembrò fin da subito un tentativo di linciaggio, cialtrone sì ma anche velenoso. Perfino nel nostro piccolo le logiche di potere riescono in molti casi a surclassare i valori umani. Al termine di questi avvenimenti, dopo che avevamo dovuto assistere anche allo scandalo sul mini-eolico, i nostri quattro consiglieri si videro costretti a costituire il gruppo autonomo di Progetto Originario, perché non potevamo proprio più sopportare di venir ancora confusi con questa Amministrazione. A volte ci si è chiesti il perché di questo particolare accanimento contro Luigi Cocucci. Le risposte che ci siamo dati sono due, una ideologica e l'altra più pragmatica. Cocucci dichiara da sempre di avere una sensibilità di destra, e solo per questa provenienza una certa parte della lista civica fin da subito l'aveva idealmente annoverato tra i suoi alleati naturali, di quelli buoni per le cene di “Volterra Moderata” per intendersi. A torto. Perché Cocucci dimostra che le persone, prima che tra destra e sinistra, si dividono tra onesti e disonesti; intellettualmente, s'intende. A dispetto dei tempi, c'è ancora chi rispetta la parola data, chi rispetta il mandato elettorale e chi invece ritiene che in politica mentire sia necessario, anzi indispensabile. Nella mentalità di certa gente però questo “tradimento” non gli viene perdonato. L'altra ragione pensiamo sia legata al settore dei parcheggi. Questo è uno dei pochi business in cui resta ancora un buon margine di guadagno, sul quale alcuni imprenditori hanno sicuramente messo gli occhi. Può darsi che questa volontà non si appoggi tanto su un progetto funzionale per la città ma, piuttosto, sull'amicizia di alcuni amministratori? Mah, il precedente del caso “Ortoparking” non è tranquillizzante. Comunque sia, l'Amministrazione, il gruppo politico che la sostiene e i suoi principali esponenti emergono da queste vicende come persone quantomeno inadeguate al ruolo. E qui viene la nostra  autocritica, per la quale ci riallacciamo alla domanda che qualche volta ci siamo sentiti rivolgere in questi ultimi due anni. Cioè come abbiamo potuto, noi di PO, ignorare di che pasta fossero fatti i nostri compagni di lista, fin da prima ovvero già in campagna elettorale? La risposta onestamente non è semplice. In effetti da qualcuno di loro non ci aspettavamo granché, ma altri si sono rivelati delle vere delusioni. Moschi non ci ha sorpreso più di tanto, perché la sua fibra morale è piuttosto scoperta. Semplicemente non credevamo possibile che riuscisse a influenzare tanto gli indirizzi dell'Amministrazione. Ha dimostrato di poterlo fare perché si appoggia a quelle che potremmo definire delle lobby pesanti. Non solo l'UdC. Mantiene frequenti contatti con esponenti di altri partiti, con imprenditori e altro ancora, come illustrato dalle rivelazioni di Orsi. Altre persone però ci hanno sorpreso in negativo. In politica non basta avere le mani personalmente pulite, occorre anche trovare il coraggio di ritirare il proprio appoggio e contrastare chi si dimostra scorretto. Ma lo sappiamo bene ormai, il coraggio è la dote più rara in questi tempi. Marco Buselli ci ha addirittura sorpreso, perché da sindaco ha rivelato debolezze che non gli avremmo mai attribuito prima. Lo avevamo scambiato per una persona franca e umile, disponibile all'ascolto. Probabilmente lo era davvero, forse tornerà ad esserlo, quando riprenderà la sua vita normale e il suo lavoro. Le lusinghe del potere sono insidiose per tutti, anche quando si tratta di poteri minori e periferici come un piccolo Comune. Ma insomma non possiamo negare di aver fatto un grosso errore di valutazione. Forse non abbiamo analizzato fino in fondo la situazione, perché non credevamo davvero alla possibilità di vincere le elezioni. Adesso, se dagli errori vogliamo trarre un insegnamento, potrebbe essere il seguente. Non è vero che la società civile in Italia in questi ultimi anni è stata necessariamente migliore della classe politica che ha espresso. L'amministrazione attuale è composta da persone che fino a ieri facevano l'infermiere, l'impiegato, l'operaio... insomma persone comuni provenienti dalla società civile. Eppure questa circostanza da sola non è bastata ad evitare che fossero  avvolti nella spirale del compromesso e del potere. Anzi in nome di quel potere molto è stato possibile ed è diventato lecito. Cospirare contro i compagni di squadra, introdurre personaggi discutibili facendoli passare per esperti e penalizzare chi la pensa diversamente. Infine è arrivata l'umiliazione e il tradimento della società civile dalla quale si proviene, mai consultata, colpita da decisioni imposte dall'alto, liquidata a colpi di slogan e propaganda spicciola.
Possono bastare pochi mesi, come insegna l'esperienza della nostra città, per mandare a monte un progetto che sembrava nato sotto i migliori auspici. La sensazione è che la dicotomia partiti-società sia più immaginaria che reale, gli uni cattivi e l'altra buona, o viceversa, a seconda delle campane. C'è il rischio di ricadere presto in nuove illusioni miracolistiche, già preconfezionate, come sono state quelle della Seconda Repubblica. Forse occorre mettere in discussione sia gran parte della società civile che i partiti, partendo un po' più da lontano, riallacciandosi a valori più consistenti di quelli in voga attualmente.

Progetto Originario

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