lunedì 17 ottobre 2011

Politiche di emergenza

Il 2011 che ormai volge alla fine è stato l’anno che ha visto governare Buselli finalmente alla luce del sole, senza possibilità di nascondersi dietro il paravento dei conflitti interni. Osservandolo finalmente con il distacco di chi lo conosce bene ma allo stesso tempo non è più nella sua stessa barca, posso confermare che mai ha abbandonato lo stile del “ pronto soccorso”. Tra i principali motivi degli oramai noti conflitti interni all'Amministrazione, c’è sempre stata la riottosità del Sindaco a fare programmazione. Mai riuscivamo a programmare le cose da fare con anticipo, tenendo conto delle risorse reali a disposizione secondo priorità individuate.
Quando eravamo in Giunta, ci sfiancavamo in inutili discussioni per far capire i rischi di un perenne avanzare a casaccio, cambiando mille volte le carte in tavola, spesso ipotizzando opere faraoniche in assenza di copertura finanziaria. Questo era il pane quotidiano del metodo Buselli. Osservo che continua ad esserlo anche adesso.
Basta dare un’occhiata al bilancio di previsione approvato ad aprile nonché al piano delle opere pubbliche e alla programmazione delle consulenze, per rendersi conto dell'assenza di una rotta. Non si sa dove si sta andando. Il bilancio ha subito variazioni continue, il piano delle opere pubbliche è rimasto lettera morta, ed infine sono state assegnate consulenze neppure lontane parenti di quelle previste.
La possibile replica che mi potrebbe essere fatta è che sono capitate delle emergenze. Rispondo sin da ora che erano emergenze prevedibili, anzi previste e ampiamente discusse sin da aprile.
Ricordo che fu oggetto di ampio dibattito con i consiglieri di Progetto Originario (tutto a verbale del Consiglio Comunale) sia il costo non inserito a bilancio dello spostamento dell’archivio post unitario in virtù dell’arrivo dell’Università di Detroit, sia la necessità di ampliamento del cimitero comunale oramai prossimo alla saturazione. Noi segnalavamo queste priorità in luogo delle opere decorative tanto care all’assessore alle opere pubbliche. All'approvazione del bilancio, ovvero pochi mesi fa, a sentir parlare di queste cose la reazione di Buselli fu di stizza, se non di rabbia. Oggi la situazione ci dà ragione: entrambi i problemi sono stati affrontati con manovre di urgenza. Poco male, si potrebbe pensare, basta occuparsene. In realtà non è così. Agendo di fretta sulla spinta dell’emergenza (col codice rosso), accade che si ricorra ad operazioni non proprio limpide pur di risolvere il problema che sta per scoppiare in mano. Faccio l’esempio del contratto di locazione del capannone nuova sede dell’archivio post unitario. Il canone di locazione è palesemente al di sopra dei prezzi di mercato e l’operazione viene effettuata con un escamotage, non proprio cristallino,  procedendo ad un contratto di locazione tra un privato e le Fondazione CRV, per poi stipularne uno di sublocazione con il Comune. Presumo non ci sia stato tempo, e forse neppure la volontà, per attivare procedure concorrenziali pubbliche e verificare l’esistenza di soluzioni più economiche. Intanto però il costo dell'operazione svolta in emergenza lo stiamo pagando tutti, con i soldi pubblici del bilancio comunale.
Nonostante ciò all’ultimo consiglio comunale del 28 settembre, il Sindaco si è lanciato in un'autoesaltazione delle politiche cimiteriali da lui sostenute, adducendo di essere il primo ad occuparsene. A essere onesti avrebbe dovuto dire che, nonostante sia da due anni e mezzo al governo, queste non erano proprio in cima alle sue priorità, anzi neppure dopo essere stato più volte avvisato gli era passato per la mente di occuparsene. E’ rimasto, però, con il cerino in mano e non ha potuto trascurarle oltre. Non ha scelto, ha fatto quello che farebbe chiunque quando sta per sbattere il naso. Nel solco della politica emergenziale che lo contraddistingue.

Sonia Guarneri, Progetto Originario

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