lunedì 24 ottobre 2011

La politica del declassamento


Il declassamento unilaterale e arbitrario che ha coinvolto 12 consorzi stradali su 19 rappresenta, a differenza di quanto dichiarato dall'assessore Costa, una scelta politica chiara e ben definita, ma non ponderata. L'assessore Costa cerca di sfuggire dalle sue responsabilità, sostenendo che a fondamento della scelta di trasformare le strade consorziate da uso pubblico a privato non vi sia un preciso indirizzo politico, come si legge sul Tirreno del 18 ottobre.  Ma, documenti alla mano, è facile provare il contrario. La decisione è stata presa all'unanimità, quindi anche con il suo voto,  dal principale organo politico dell'Amministrazione, la Giunta Comunale, con delibera N°153 del 20/09/2011. Che oltretutto vara il declassamento con provvedimento immediatamente eseguibile. Tanto più che lui stesso presiede la Commissione Comunale per le Strade, sulle cui valutazioni fa leva il provvedimento deliberato dalla Giunta Comunale. Un'analoga Commissione esisteva anche nella precedente Amministrazione, ma aveva maturato decisioni opposte. Fermo restando la componente tecnica ciò che è mutato nella commissione strade è soltanto la parte politica che  ha fornito gli attuali indirizzi. Una decisione sbagliata che coinvolge oltre 300 frontisti, declassando più di 26 Km di strade e arterie secondarie, prezioso tessuto connettivo per questo territorio. Un taglio mai visto prima, calato dall'alto sulla testa dei cittadini, che vorrebbe nascondersi dietro al dito della veste tecnica. Rappresenta invece una chiara scelta politica, come sempre improvvisata, che illustra  a meraviglia l'idea di territorio dominante nell'attuale maggioranza, tutta rivolta solo e soltanto agli aspetti decorativi e formali del centro storico. 
Una decisione inaccettabile che, se non ci saranno marce indietro, impugneremo in tutte le sedi. Infatti, consideriamo inammissibile che un provvedimento simile, venga assunto saltando completamente la fase di consultazione e mediazione con i diretti interessati, messi al corrente soltanto a cose fatte. Salvo  ricorrere a scuse e giustificazioni dell'ultimo minuto per rettificare qualche dettaglio, magari scaricando la responsabilità su improbabili “refusi” della segretaria o del tecnico di turno. Un metodo troppo spesso esibito dalla maggioranza, pronta a defilarsi davanti a questioni che per essere risolte avrebbero richiesto tempo e sacrificio. Più semplice e sbrigativo cercare di chiudere la partita unilateralmente, senza rendere partecipi i cittadini e tanto meno il Consiglio Comunale. Ancora una volta scontiamo l'assenza di programmazione, elemento cardine di qualsiasi progetto politico sensato. Senza, continuiamo ad assistere ad un crescendo di decisioni improvvisate e superficiali, aggravate dal cambio frequente degli obiettivi.

Luigi Cocucci – Progetto Originario

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