Nel
Regolamento comunale istitutivo della Consulta del Sociale si legge:
“E'
costituita in Volterra la Consulta Comunale del Sociale, con funzioni
consultive, di proposta e di stimolo per gli atti di competenza del
Comune di Volterra nell'ambito delle attività sociali del
territorio”
(…).
Se
l’attuale assessore al sociale Lonzi ha mai letto questo
Regolamento avrà constatato che sono in perfetta coerenza con il
programma elettorale della sua lista civica che si richiamava ai
valori della partecipazione e condivisione delle decisioni. Un
programma che la lista civica, dopo aver conquistato
l'amministrazione comunale, ha calpestato in tutti i modi possibili.
Si legge in quel programma elettorale che fu anche nostro: “E’
necessario ricostruire il rapporto tra elettori ed eletti per
richiamare e convogliare tutte le energie disponibili sul territorio
(…)”; e poco
dopo il testo ribadisce: “l’obiettivo
(è) cambiare modo di amministrare ricreando le condizioni per una
effettiva partecipazione dei Cittadini alla cosa pubblica”.
Chi siede nella Consulta del Sociale ha potuto rendersi conto di
persona, come a suo tempo capitò a noi che sedevamo nella Giunta, di
cosa in realtà pensi il sindaco Buselli (e i suoi attuali accoliti)
della partecipazione e condivisione. La Consulta è stata in questi
giorni più volte riunita per discutere l’andamento dei servizi
offerti dagli sportelli (informagiovani, sportello stranieri e
sportello casa). Nell'unico momento in cui ha potuto esprimersi
all'unanimità ha disapprovato nettamente la proposta
dall’amministrazione riguardante l’affidamento al S. Chiara di
certi delicatissimi servizi finora ben condotti da altre
associazioni, e il sindaco e l’assessore Lonzi hanno subito gettato
la maschera. Nonostante il parere chiarissimo della Consulta,
l'amministrazione Buselli va per la propria strada, e basta!
Qualunque cosa pensino coloro che da anni lavorano e s'impegnano nel
sociale è affar loro. Vaglielo a dire al Sindaco e alla Giunta che i
membri di queste associazioni hanno il polso del disagio dei più
deboli molto più di qualsiasi politico, ti risponderanno con un
sorrisetto di commiserazione. A cosa serve, dunque, una Consulta il
cui parere conta niente per sindaco e assessore al sociale?
Evidentemente doveva servire per ratificare le decisioni prese
altrove. Se avessero detto di sì alla proposta dell'amministrazione,
allora ipocritamente sarebbero state sbandierate ai quattro venti i
magnifici risultati della “condivisione”. Ma dal momento che la
Consulta ha detto di no, allora è stata semplicemente ignorata.
Insomma, partecipazione e condivisione per Buselli sono solo un mezzo
buono per la propaganda, per ben figurare in campagna elettorale o
durante studiati eventi-spot, ma da buttare a mare appena rivela una
seppur piccola diversità di vedute. Ciò che si è consumato in
questi giorni è un altro splendido esempio di vecchia politica,
autarchica e arroccata su se stessa, che non ne vuol sapere niente
del confronto democratico, che interpreta il proprio ruolo in modo
furbastro senza voler rendere conto a nessuno. Si riproducono
esattamente gli stessi difetti che si attribuiscono ai vecchi
partiti. Aggravati dall'ostinato rifiuto a scendere sul piano del
ragionamento, sostituito da un'overdose di arroganza. Per l’attuale
Amministrazione la partecipazione dei cittadini non ha nulla a che
vedere con la volontà di riceverne nuovi contributi per l’assunzione
delle decisioni. Si celebra di volta in volta il rito del raduno,
solo per il gusto della celebrazione di decisioni già prese altrove.
Nel caso attuale, però, si sta veramente buttando al vento il lavoro
di anni, speso per costruire con le associazioni di volontariato e
gli altri organismi no-profit di utilità sociale una indispensabile
rete dei servizi e più in generale il sistema integrato di
interventi e servizi sociali. Il danno è fatto ormai, ci vorranno
anni per rimediare.
Progetto
Originario
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