La
seduta di Consiglio Comunale tenutasi venerdì 28 giugno scorso è
stata notevole per varie ragioni: per l'assurdità della sua
estenuante durata (oltre 14 ore), così come per l'approvazione di
sempre più assurdi bilanci di previsione in cui l'incertezza dei
conti del governo si abbatte come una clava sulle spalle delle
amministrazioni locali. Forse però il Consiglio Comunale del 28 sarà
soprattutto ricordato per il dibattito sulla Casa della Salute, un
confronto già “preparato” da polemiche incrociate sviluppatesi
sulla stampa locale, spesso sostenute da una certa parte del Pdl che
tende a dimenticare la maniera talvolta disastrosa in cui viene
amministrata la materia sanitaria nelle regioni rette dal partito di
Berlusconi.
La
maggioranza (UpV) presentava all'ordine del giorno una mozione che, a
tergo di una serie di considerazioni sulla sanità regionale e
locale, chiedeva di inserire il progetto della futura Casa della
Salute nel palazzo comunale sito in Via Roma, presso l'edificio che
ospita la ludoteca. Il documento paventava il timore che una sede
della Casa della Salute all’interno dell’area ospedaliera potesse
in qualche modo danneggiare l’attività specifica del presidio o
una parte di essa.
Per
contro il gruppo di Rosa Dello Sbarba, Città Aperta (Pd), depositava
un suo documento, in cui si sosteneva che l’impianto normativo
regionale accompagnato dal Protocollo per le politiche sanitarie
locali fornisse già tutte le garanzie necessarie al mantenimento dei
servizi ospedalieri.
Anche
noi di Progetto Originario portavamo una nostra mozione i cui cardini
erano dati da due valutazioni e due principi. Le valutazioni erano:
a) una preoccupazione di fondo di futuri e ulteriori tagli
all’attività ospedaliera sulla scorta di quelli portati a termine
negli ultimi 4 anni; b) la necessità di ospitare l’assessore
regionale al diritto alla salute Marroni per chiarire la portata
delle novità connesse al progetto Casa della Salute. Invece, i due
principi affermati nel nostro documento intendevano ribadire: a) la
necessità di salvaguardare prioritariamente l’attuale capacità
operativa del presidio ospedaliero di Volterra; b) l’esigenza di
attivare un confronto tra rappresentanti della Regione e
amministratori locali, per addivenire in ogni caso a soluzioni
concordate circa eventuali processi di riorganizzazione nel quadro
dell’intero comparto sanitario della Val di Cecina. Quest’ultimo
concetto ovviamente intendeva preservare l’ospedale da eventuali
colpi di mano da parte della Asl 5. Dopo una estenuante trattativa in
sede di conferenza dei capigruppo, con pochi emendamenti non
sostanziali, era stata raggiunta l’unanimità dei consensi su
quest’ultima mozione. Gli emendamenti, semplificando, tendevano a
sfumare un po’ il giudizio espresso in premessa sul Protocollo per
le Politiche Sanitarie dell’Alta Val di Cecina, recepito dalla
Giunta Regionale con delibera n. 800/2012, ma non mutavano affatto la
sostanza politica della mozione. Tuttavia, nonostante gli accordi
presi nella conferenza dei capigruppo, dal momento in cui è stata
riaperta la discussione in aula, la maggioranza ha rilanciato la
discussione aggiungendo un ulteriore emendamento mirato a chiedere il
congelamento del progetto Casa della Salute fino a quando non fosse
stata esperita la concertazione con i rappresentanti del territorio.
Questa richiesta finale, avanzata a tempo quasi scaduto, ha prodotto
l’effetto di far retrocedere dal consenso sul documento Città
Aperta e Sinistra per Volterra, frantumando un equilibrio
faticosamente raggiunto. Noi di PO non avevamo nessun particolare
problema ad accettare la richiesta della maggioranza nel merito,
però, crediamo che in definitiva non abbia prodotto un risultato
positivo. Dal momento in cui con essa è venuta lacerandosi l’unità
del Consiglio Comunale, la posizione dell'’assemblea è stata resa
più netta in termini di concetti espressi ma contemporaneamente più
debole in termini politici. Pensiamo, infatti, che in tempi di crisi
e tagli della spesa, le prossime battaglie sui servizi a difesa della
salute in Val di Cecina siano realisticamente molto difficili, tanto
da richiedere il dispiegamento di un ampio fronte comune, che vada
ben oltre quello del panorama volterrano. Sapendo quanto questo sia
faticoso da raggiungere in materia di sanità, avevamo sperato che la
sintesi raggiunta potesse tenere fino alla fine, in modo tale da
fornire la base per un lavoro (sicuramente duro) da realizzarsi nei
prossimi mesi. Non è stato così e il documento è passato anche col
nostro voto ma in definitiva con una maggioranza ristretta. Se non
altro è passato il principio che il naturale interlocutore politico
della zona in tema di sanità dovrà essere l’assessore regionale e
non tanto il direttore generale della Asl 5. Speriamo che sia
sufficiente per poter convincere i rappresentanti della Regione a
mettersi ad un tavolo con i sindaci. Ovviamente nessuno ignora quale
forza politica sia al governo di Firenze e quanto avrebbe potuto
rivelarsi utile un accordo col Pd locale.
Progetto Originario
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