Il direttore della Asl 5 Rocco Damone |
Dopo
il tramonto del progetto per il trasferimento al S. Chiara dei
pazienti dell'OPG di Montelupo, rimane la grande incognita del futuro
dell'azienda di servizi alla persona le cui difficoltà di bilancio
sono oramai note.Certo non si può sottacere che il colpo di grazia
l’azienda l’abbia ricevuto dall’Asl 5, che fino a tutto il 2012
aveva garantito quantomeno 50 ricoveri ( vuoto per pieno), per poi
ridurli drasticamente e unilateralmente a 42 all’inizio del
2013.Una scelta che, considerato il pregresso stato di disequilibrio
del S. Chiara, non fa che aggravare la sua precaria situazione,
spingendo verso il baratro un’azienda del territorio importante
oltre che per le ricadute in termini di lavoro, per la delicata
funzione sociale che svolge da oltre un secolo a questa parte.Ci ha
sorpreso non poco pertanto leggere sui giornali la recente proposta
del Direttore Damone di prendere in gestione diretta il S. Chiara in
una prospettiva di risanamento. Quanto sia seria e accettabile la
proposta è assolutamente prematuro dirlo, visto che non è trapelato
niente di più. Questo non toglie che al punto in cui siamo non credo
ci si possa permettere di lasciare nulla di intentato. Non ho dunque
francamente compreso il voto contrario espresso dal sindaco e dalla
sua maggioranza nel corso dello scorso Consiglio Comunale alla nostra
mozione tesa semplicemente a “verificare presso il Direttore
Damone i contorni della proposta per poi riferirli al Consiglio
Comunale o invitarlo al primo Consiglio Comunale utile”.La
sensazione nitida è che qualsiasi cosa venga proposta dalla parte
politica avversa sia da scartare. Un atteggiamento infantile,
soprattutto se viene da chi ha sulle spalle la responsabilità del
governo della città. Se è lecito, da una parte, essere prudenti e
non farsi troppe illusioni circa la fattibilità di una proposta
proveniente dalla direzione della Asl 5, dall’altro è sciocco
liquidarla aprioristicamente come battuta e non provare nemmeno ad
entrare nel merito, facendo prevalere i sentimenti di diffidenza e
perfino di astio tra ASP S. Chiara e ASL5, che oramai si percepiscono
distintamente perfino leggendo le relazioni di accompagnamento al
bilancio. Non siamo nella condizione di chiuderci a riccio e alla
fine, se anche l’idea di Damone si rivelasse una proposta non
accettabile o peggio poco seria, potremmo perlomeno dire di non aver
lasciato niente di intentato. In questo caso non sarebbe certo il S.
Chiara ad aver fatto una pessima figura.
Sonia
Guarneri - Progetto Originario
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