mercoledì 27 febbraio 2013

Sulla pelle dei dipendenti del S. Chiara

Il piano di rilancio del S. Chiara, predisposto da Bacci e approvato da Buselli, individua come causa principale della perdita dell’azienda il costo eccessivo dell’attuale personale in servizio a cui si applica il Contratto Collettivo degli Enti Locali. Costo elevato non tanto in senso assoluto, quanto se confrontato con i contratti attualmente in vigore nel settore privato e specialmente nelle cooperative. Contratti molto miseri, per la verità.
L’obiettivo del presidente Bacci sarebbe quindi quello di sostituire gradatamente il personale della Asp S. Chiara con personale dipendente delle cooperative sociali, sperando di raggiungere così in tempi imprecisati il riequilibrio dei costi dell’azienda. Nel frattempo l'attività verrà ceduta ad una nuova società pubblico-privata (srl). Il percorso, a dire il vero, è già in atto da anni, senza grossi riscontri sul bilancio dell’azienda.
Ammesso e non concesso che i problemi derivino dall' “alto costo del lavoro” degli addetti interni, i conti continuano a non quadrare. E’ evidente che la sostituzione graduale del personale richiederà diversi anni, vista l'età media dei dipendenti (per i quali si attenderebbe il pensionamento o la procedura di mobilità). I tempi lunghi previsti appaiono del tutto incompatibili con l’urgenza di riorganizzazione richiesta dai revisori dei conti. E un progetto di rilancio serio dovrebbe misurarsi in primo luogo con tempi certi.
Anche questa contraddizione dimostra, a nostro avviso, la superficialità dell'analisi della situazione svolta finora, tutta concentrata unicamente sul costo del lavoro e poco o nulla sulle potenziali attività aggiuntive, mai seriamente esaminate. Non stiamo parlando delle attività improbabili (e probabilmente incompatibili) prese in esame in questi mesi da Bacci, come la gestione dei cimiteri comunali o l'amministrazione dell'ufficio locale del Giudice di Pace. Pensiamo ad attività propriamente attinenti al settore sociale. Come per esempio i servizi domiciliari, attualmente affidati dalla Società della Salute presieduta da Buselli ad un privato, che potrebbero essere affidati direttamente all'azienda pubblica S. Chiara.

Progetto Originario

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