venerdì 11 gennaio 2013

Controcorrente

Non è facile di questi tempi avanzare proposte dai banchi dell'opposizione, come quella sul canone di affitto concordato che ci accingiamo a presentare al prossimo consiglio comunale. Continuare a proporre significa andare controcorrente, perché siamo in presenza di una situazione di conflitto politico molto aspro, in cui non è stato mai possibile accordarsi con la maggioranza neppure sulla data o l'orario dei consigli comunali. Da due anni a questa parte il sindaco decide la data delle sedute e la comunica alle minoranze, alle quali non resta che adattarsi. Quando un consigliere di minoranza quella data ha altri impegni, come è accaduto più volte, per esempio, al dott. Isolani perché atteso in sala operatoria, resta semplicemente tagliato fuori. Punto. Tanto per dire il clima.
Nonostante ciò, tentiamo di fare fino in fondo la nostra parte, alternando le critiche (meritatissime) alla maggioranza ad una serie di proposte che riteniamo utili per la città. Nella speranza che presto o tardi almeno una di queste venga raccolta dall'amministrazione Buselli. Magari potrebbe cominciare proprio da quella che abbiamo attualmente inserito nell'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale sul canone concordato. In definitiva stiamo offrendo alla maggioranza l'opportunità di affrontare, finalmente in modo concreto, i cronici problemi abitativi ben noti anche qui a Volterra. Il recente bando ERP emesso dal Comune (la graduatoria per le case popolari) ha confermato l'impossibilità per molte famiglie a basso reddito - ben 80 - di ottenere risposte adeguate alla loro legittima richiesta di ottenere una casa con affitto agevolato. Da anni, ormai, la gran parte di queste famiglie attende invano una risposta. Perché la disponibilità di alloggi da parte del Comune è irrisoria, per non dire nulla. Le ultime case popolari realizzate nel nostro comune risalgono ad alcuni decenni fa: dopodiché ci si è arenati in progetti interminabili come quello della ristrutturazione del padiglione Bianchi. Vista questa drammatica situazione e considerate le pesanti aliquote dell'IMU dal Comune di Volterra, abbiamo elaborato una proposta intesa a far incontrare due distinte necessità. La mozione che presentiamo chiede all'amministrazione di istituire finalmente nel nostro Comune il canone concordato, come avviene in molte altre realtà anche vicine a noi. In pratica si chiede di introdurre un equo canone riconosciuto, per creare una riserva di alloggi con prezzi degli affitti calmierati, riconoscendo ai proprietari di questi appartamenti una specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta. La legge italiana prevede l'istituto del canone concordato, attribuendo  ai comuni la possibilità di istituirli secondo precisi criteri. Naturalmente, affinché il dispositivo sia efficace, occorre compensare i proprietari degli alloggi per i minori introiti derivanti dal canone di affitto con opportuni incentivi. Qui entra in ballo l'idea di una ulteriore aliquota IMU, agevolata rispetto a quella per le seconde case (anch'essa prevista dalla legge). In una realtà come la nostra questo dispositivo potrebbe produrre alcuni effetti positivi. Perché di fronte alla possibilità di non riuscire ad affittare un appartamento ai prezzi di mercato, dovendo comunque sborsare un'imposta IMU molto salata per le seconde case sfitte, alcuni proprietari potrebbero decidere di accettare di aderire ai canoni concordati per riuscire a stipulare un contratto di affitto stabile e pagare un'imposta più leggera. Naturalmente speriamo che la nostra mozione ottenga un'accoglienza diversa da quella che la maggioranza riservò alla nostra precedente proposta sull'IMU il giugno scorso. In quell'occasione proponemmo all'amministrazione di attenersi all'aliquota base sulla prima casa del 4 per mille, compensando le minori entrate con una piccola imposta di soggiorno di soli 3 euro a pernottamento per adulto. Dati i notevoli flussi turistici presenti a Volterra (180 mila pernottamenti), un'imposta di soggiorno molto bassa avrebbe permesso di ridurre in modo sensibile l'IMU sulla prima casa, facendo risparmiare alle famiglie volterrane 80 euro in media ciascuna. Nonostante l'idea avesse superato l'esame contabile del responsabile del bilancio comunale e del sindaco revisore dei conti, la maggioranza bocciò la mozione. Decidendo così di concentrare l'intero maggior carico fiscale sui propri cittadini, forse pensando che i bilanci familiari dei volterrani siano ancora abbastanza floridi da poter sopportare maggiori tasse. Purtroppo, non crediamo che questa idea corrisponda a realtà. Noi vediamo, invece, una cittadinanza molto impoverita, in alcuni settori ridotta quasi allo stremo. La recentissima nuova tassa sui rifiuti, la RES, che si stima più gravosa di circa il 36% rispetto alla vecchia TARSU, rischia di piegare definitivamente le ginocchia a molte famiglie e ad altrettante piccole imprese (secondo Confcommercio, la nuova tassa sui rifiuti nel caso di aziende di ristorazione e altre simili potrebbe aggravare il prelievo fino al 400% e addirittura del 600% nel caso di esercizi di vendita di ortofrutta). In questo periodo è come dare mazzate agli infermi. Per questo servono proposte controcorrente, tese a ridare fiato a tanti cittadini e piccole attività, ormai troppo duramente provati dalla crisi che toglie lavoro, da una parte, e dall'eccessivo carico fiscale, dall'altra.

                                                                                              Progetto Originario

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