Eccoci qua, come previsto, a dover fare i conti a fine anno
con bilanci familiari drammaticamente impoveriti dalla stretta economica e
comuni di fatto obbligati a mettere nuove imposte. La più grande novità di
quest'anno è stata l'IMU, imposta assai gravosa e molto rozza. Un'imposta che
va a colpire proprio il mattone, tradizionalmente il bene rifugio delle
famiglie italiane. E' abbastanza singolare, dopo anni recentissimi in cui è
stato concesso ai comuni di far cassa soprattutto grazie agli oneri di
urbanizzazione allentando la stretta sulle concessioni edilizie, tassare così
duramente gli immobili. Soprattutto dopo il varo del patto di stabilità, le
concessioni edilizie facili sono fioccate un po' ovunque come non si vedeva da
decenni. E' successo anche nel territorio agricolo toscano e il comune di
Volterra non ha fatto eccezione. Dopo anni di sbornia del mattone è arrivata,
però, immancabile, l'IMU a capitalizzare al massimo per le casse dello stato e
dei comuni la presenza fitta di fabbricati su tutto il territorio. I
contraccolpi adesso sono pesanti e dolorosi per molti cittadini. Tassando gli
immobili, il settore dell'edilizia è entrato in profonda crisi. Non pochi
proprietari adesso vorrebbero disfarsi delle loro seconde case, magari ricevute
in eredità, ma il mercato immobiliare è completamente bloccato. Nessuno compra,
perché la crisi mette paura ma soprattutto perché le banche non concedono quasi
più mutui. Di conseguenza sono comparsi ovunque sulle porte di edifici e di
fondi commerciali cartelli colorati con la scritta “Vendesi”. Ma ovviamente in
un mercato stagnante, i cartelli lì restano per mesi e mesi, fino a sbiadire.
D'altra parte le famiglie che non possiedono una casa di proprietà
difficilmente potranno trarre vantaggio da questa situazione. Proprio perché le
banche non concedono mutui e, quando il lavoro è poco e malpagato, acquistare
casa per molti resta un sogno irrealizzabile. Anche a Volterra i problemi
abitativi esistono, e da anni non trovano soluzione. Lo dimostra l'esito del
recente bando ERP emesso dal Comune (la graduatoria per le case popolari).
Decine e decine di richiedenti, da anni, restano senza una risposta, perché la
disponibilità di alloggi da parte del Comune è irrisoria a fronte di una
richiesta nutrita. Vista questa drammatica situazione e considerate le pesanti
aliquote dell'IMU istituite finora a Volterra, abbiamo elaborato una proposta
intesa a far incontrare le due necessità. A questo scopo il gruppo di Progetto
Originario ha depositato una mozione per chiedere all'amministrazione di
istituire finalmente nel nostro Comune il canone concordato. Si tratta, in
effetti, di introdurre un equo canone riconosciuto, per creare una riserva di alloggi
con prezzi degli affitti calmierati, riconoscendo per contro ai proprietari una
specifica aliquota IMU sensibilmente ridotta.
La legge 431 del 1998 prevede l'istituto a livello locale del canone
concordato e ne fissa modi e criteri. Noi proponiamo che il comune di Volterra
sfrutti questa possibilità per attenuare la richiesta di alloggi e allentare
nel contempo la morsa impositiva su chi possiede una seconda casa ma non riesce
a venderla. Aggiungiamo che le linee programmatiche di questa amministrazione,
quando il nostro gruppo era ancora in maggioranza, avevano previsto
esplicitamente di introdurre il canone concordato (delibera di giunta dell'8
settembre 2009). L'operazione come tante altre è poi stata frettolosamente
messa in soffitta ma oggi, di fronte ad una crisi economica così lunga e
drammatica, occorre che il comune fornisca qualche aiuto concreto a chi è
dotato di minori mezzi economici. L'operazione consentirebbe di immettere nel
mercato degli affitti almeno alcune decine di unità immobiliari a prezzi
agevolati, dando respiro a famiglie vessate attualmente da canoni mensili
troppo onerosi. Parallelamente permetterebbe ad una parte dei proprietari di
risparmiare somme interessanti sull'IMU. Anziché essere costretti, senza alcuna alternativa, a
versare aliquote dello 0,89 per mille se non dell'1,06.
Progetto
Originario, Gruppo Consiliare
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