Per l'amministrazione Buselli l'amore per la provincia di
Siena va bene, finché non si entra nel merito delle politiche del lavoro. In
questi ambiti l'impostazione progressista della Provincia di Siena cozza sonoramente
contro gli orientamenti di Buselli, Moschi & c. più sensibili alle ragioni
dell'impresario che a quelle di chi lavora. Lo si capisce confrontando l'esito
della discussione parallela sul tema delle “dimissioni in bianco” svoltasi sia
nel consiglio provinciale di Siena sia nel consiglio comunale di Volterra. Per
quei pochi che non lo sapessero chiariamo che con l'espressione “dimissioni in
bianco” s'intende quella pratica usata da imprenditori spregiudicati di far
firmare un foglio di dimissioni senza data ai nuovi assunti, per poterli poi
allontanare da lavoro a piacimento privandoli del diritto all'indennità. Questo
odioso strumento colpisce in particolare le donne in età fertile, che in forza
di quel documento fatto firmare in bianco, potranno essere cacciate dai loro
datori di lavoro in caso di gravidanza. In Italia c'era la legge 188/2007 che
impediva tale pratica, ma fu abrogata dal governo Berlusconi IV appena
insediato. Nel bel mezzo di una terribile crisi economica molte amministrazioni
pubbliche hanno preso posizione contro questa pratica in rapida diffusione,
dotandosi di regolamenti autonomi che la scoraggino almeno presso le ditte
esterne a cui affidano i loro appalti e servizi. In mancanza di una legge è
questo l'unico mezzo per contrastare simili sistemi vessatori tesi sfruttare la
fame di lavoro per ricattare i soggetti deboli. Da questo punto di vista la
nostra zona non è un eden e simili metodi sono fin troppo noti presso alcune
imprese locali. La provincia di Siena recentemente ha approvato un documento
per impedire che le aziende con cui collabora ricorrano a questa odiosa
pratica. Lo ha spiegato, giorni fa, il presidente del consiglio provinciale,
Burresi, confermando che il consiglio a larga maggioranza ha introdotto una
clausola nei bandi che “di fatto rende impossibile per tutte le aziende che
forniscono beni e servizi alla provincia di Siena la pratica delle dimissioni
in bianco”. Una buona notizia, che accogliamo con piacere!
Ed ecco la cattiva notizia. Si sappia che un documento simile
arrivò anche all'attenzione del consiglio comunale di Volterra il 22 giugno
scorso, presentato da Cucini (Sinistra per Volterra). Purtroppo ricevette
opposta accoglienza. Come la mozione presentata a Siena anche quella esaminata
a Volterra chiedeva di introdurre nei bandi di gara del Comune clausole intese
ad impedire la pratica delle dimissioni in bianco a tutela dei dipendenti delle
ditte appaltatrici. La proposta di Cucini fu accolta con favore da noi di
Progetto Originario e da Volterra Città Aperta, ma non passò per il rifiuto
opposto dalla maggioranza. Infatti, dopo una breve discussione, la delibera fu
bocciata dal voto congiunto delle liste Buselli e Bassini. I motivi della
bocciatura furono illustrati della capogruppo Tonelli, che si nascose dietro
improbabili difficoltà legali e burocratiche; circostanza smentita dagli atti
emanati da molte amministrazioni pubbliche, per ultima la provincia di Siena.
Inoltre, sempre secondo la capogruppo di UpV, il nostro comune sarebbe “troppo
piccolino” per dedicarsi a simili argomenti. Come se fatti simili qui da noi
non avvenissero... La lezione da trarre è la seguente: non basta la storia ad
accomunare due territori vicini quando l'impostazione politica delle rispettive
amministrazioni è opposta.
Progetto Originario
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