lunedì 23 gennaio 2012

Partecipazione maschera della propaganda

“E’ necessario ricostruire il rapporto tra elettori ed eletti per richiamare e convogliare tutte le energie disponibili sul territorio (…). Ci poniamo l’obiettivo di cambiare modo di amministrare ricreando le condizioni per una effettiva partecipazione dei Cittadini alla cosa pubblica” . Alla vigilia delle elezioni amministrative del 2009 era questo il nostro impegno nei confronti della città. Si parlava di partecipazione e di democrazia partecipativa, un progetto che non richiedeva alcuna copertura di bilancio ma tanta buona volontà e l’abbandono del vecchio modo di intendere la politica. Per noi era l’unico modo di restituire dignità ai cittadini. “Partecipazione” avrebbe dovuto intendersi in primo luogo fare in modo che il cittadino avesse parte nel processo decisionale e interrompere decenni di “editti” calati dall’alto. Il 2011 è stato un anno esemplare per l'amministrazione Buselli in proposito. I sindacati  ad aprile scrissero di non essere stati neppure invitati ad un incontro prima dell’approvazione del bilancio che vedeva aumenti consistenti di tasse e tariffe. In luglio i  frontisti appresero del declassamento delle  strade comunali e vicinali dalla stampa. In dicembre i dipendenti comunali hanno appreso di essere stati riorganizzati a riorganizzazione avvenuta. Solo tre esempi tra i molti che potrebbero essere citati ma veramente significativi per evidenziare che nulla è cambiato, seppure si usi e si abusi la parola partecipazione. Si noti bene che in alcuni di questi casi il coinvolgimento degli interessati sarebbe stato dovuto per legge, eppure è stato accuratamente evitato. Ma con l'approssimarsi della scadenza del mandato, urge recuperare un'immagine alquanto offuscata: recentemente il Sindaco ha proclamato il 2012 come anno dedicato alla “partecipazione” del cittadino e ne  inaugura l’avvio d attraverso un incontro che “ servirà a ciascun assessore e a me per illustrare la propria azione amministrativa ai cittadini e per ricevere input, proteste, proposte e critiche costruttive. E’ dunque palese l’equivoco: per l’attuale Amministrazione la partecipazione dei cittadini non ha nulla a che vedere con la volontà di riceverne un contributo - vincolante - l’assunzione di decisioni. Si chiede il raduno solo per la celebrazione di decisioni che sono già state prese, facendo assistere il cittadino al rito commemorativo del proprio operare (o presunto tale), concedendogli tuttalpiù il beneficio di muovere qualche critica. Che puntualmente sarà respinta al mittente. Partecipazione come occasione di autopropaganda dunque. Che si aggiunge all’uso massiccio della stampa, dei social network, dei videomessaggi e delle celebrazioni con tanto di nastrino, forbici e fascia tricolore, anche e soprattutto in occasione di emerite sciocchezze. Un esempio magnifico di come si possano ridurre in brandelli le promesse elettorali, buttando quotidianamente fumo negli occhi agli ingenui. Potremmo chiedere ai sindacati, ai frontisti delle strade consorziate o ai dipendenti comunali l’utilità di tali incontri. Loro la conoscono assai bene.
Sonia Guarneri - Progetto Originario

Nessun commento:

Posta un commento