martedì 27 dicembre 2011

I dissesti di Saline

Martedì per la terza volta, dall'avvio della nuova amministrazione, la questione Solvay è stata dibattuta in Consiglio Comunale. In questo caso sulla scia dei recenti dissesti verificatisi presso il bosco degli Spadini, quindi dei provvedimenti assunti dall'Ufficio Tecnico Comunale, le repliche della Provincia, della Regione, le rettifiche, ecc.
Città Aperta aveva annunciato da giorni un proprio documento. Poche ore prima del Consiglio anche la maggioranza ha inviato all'attenzione dei gruppi consiliari un proprio documento. Dei due nessuno ci è sembrato soddisfacente. Il documento di Città Aperta poneva l'accento sulla necessità di ricompattare le varie istituzioni ma su una un po' troppo generica difesa dell'ambiente e dell'occupazione. Il documento di Uniti per Volterra e quindi del sindaco si limitava invece a ribadire le responsabilità delle precedenti amministrazioni, senza fare un passo avanti. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare un nostro documento sul tema che affrontasse i problemi contingenti. Il punto principale adesso è l'uso dell'acqua nei cantieri minerari da parte di Solvay e le prescrizioni che questo uso comporta.
Ignorarlo significa non affrontare seriamente il problema. Circa un anno fa il TAR della Toscana con una coraggiosa sentenza dette ragione al WWF contro la Regione, sostenendo che le misure di cautela previste per gli usi civili dell'acqua in Val di Cecina erano inadeguate e per questo motivo i lavori nei cantieri delle concessioni degli ex Monopoli di Stato sono stati inibiti. Oggi, sappiamo con certezza che il progetto del cavo di Puretta verrà utilizzato per aggirare la sentenza del TAR e quindi per consentire a Solvay di prelevare il sale a pieno regime da tutte le concessioni poste attorno a Saline. Questa situazione non permetterebbe a nessuno di ricontrattare nulla e tanto meno alle amministrazioni locali. Per questo non è serio parlare  delle concessioni sorvolando sul progetto del lago Puretta. Su questo punto il nostro documento intendeva far esprime al sindaco e alla Giunta una posizione chiara ed è quanto abbiamo chiesto alla maggioranza e agli altri gruppi. E' noto infatti che l'amministrazione all'inizio del 2011 mutò la propria posizione sul progetto Puretta, rinunciando a chiedere le più elementari cautele su un intervento così impattante rinunciando perfino a richiedere i materiali ghiaiosi prodotti dallo scavo a cui avrebbe avuto pieno diritto. Dunque la mozione che il gruppo di Progetto Originario ha presentato al Consiglio del 20 Dicembre chiedeva al sindaco “di impegnarsi a rivedere la propria posizione riguardo al progetto di un invaso a Puretta, fintanto che questo non sia stato ufficialmente svincolato dalle prescrizioni alla VIA del 2004 e in particolare da qualsiasi possibilità di sostituzione delle prescrizioni relative alla parte potabile del progetto Idro-s con un contributo finanziario alla realizzazione dell'invaso di Puretta”. E' finita che la maggioranza ha votato contro questo documento per non assumersi tale impegno. Città Aperta si è astenuta, così come la lista di Bassini e Sinistra per Volterra (che ha presentato un proprio documento autonomo). Su Puretta purtroppo continua a pesare un intreccio di molteplici interessi che non avrebbero dovuto intersecarsi con i problemi idrici della Val di Cecina. Si è sviluppata quindi una matassa difficile da districare per chi non ha saputo da subito porre solidi paletti di principio. Il rischio, quindi, è di ritrovare la stessa situazione che vediamo svilupparsi sull'ospedale, dove le parole si sprecano ma mancano terribilmente atti istituzionali coraggiosi.

Fabio Bernardini, Progetto Originario

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