lunedì 28 novembre 2011

Un ospedale tra due fuochi

Questi ultimi due anni e mezzo sono stati pesantissimi per la sanità volterrana ma purtroppo l'orizzonte non volge al sereno. Pare infatti che adesso la Cardiologia rischi la stessa sorte del reparto Materno-Infantile e del laboratorio di analisi. Siamo del parere che un ospedale come il nostro ha senso, se riesce a mantenere i servizi di base necessari a chi vive in questo territorio. Va detto che la Regione non conosce soste nella sua politica di tagli a spese della sanità, specie a danno dei piccoli ospedali. Il PD, che guida indisturbato la Regione, mentre non ha problemi a chiamare tagli i colpi di scure abbattuti sulla scuola dalla Gelmini, quelli alla sanità imposti da Rossi li chiama riorganizzazioni o ridefinizione dei servizi. Propinandoci quel sovrappiù d'ipocrisia che rende una condizione già difficile da accettare del tutto insopportabile. Fa parte di questa strategia la dissimulazione dei tagli che talvolta agisce per piccole erosioni di servizi e spesso prevede di arrivare alla crisi di un reparto gradualmente, per tappe. Il caso di Pediatria è stato esemplare. Inserire i letti pediatrici nel reparto di Medicina Generale è stato un mezzo efficacissimo per scoraggiare gli utenti e indirizzarli altrove. E' chiaro che dopo i numeri calano, e di parecchio. La politica premia anziché cacciare un direttore capace di queste scelte. Del resto sono managers opportunamente scelti proprio ai piani altissimi della Regione.  
D'altra parte a Volterra negli ultimi due anni e mezzo, l'Amministrazione Comunale guidata da Buselli, anziché porre un freno all'emorragia di servizi, ha determinato le condizioni perché la crisi già in atto procedesse a precipizio. C'erano voluti 8 anni con le amministrazioni Gabellieri e Bartaloni affinché il Punto Nascita fosse trasformato nella Casa del Parto guidata dal dott. Srebot. Oggi, invece, i servizi scompaiono quasi da un giorno all'altro. Pesa la vocazione naturale che questo sindaco dimostra nel combinare disastri. Anche l'attuale crisi, con gli annunciati tagli alla Cardiologia, poteva essere evitata. Bastava che il sindaco si attenesse al mandato affidatogli dal Consiglio Comunale del 2 Marzo 2011, quando venne approvata la bozza di protocollo sulle politiche sanitarie che doveva discutere con Asl e Regione. Infatti, il documento approvato, grazie ad un emendamento richiesto non a caso dal nostro gruppo di Progetto Originario, faceva esplicito riferimento a “mantenere gli attuali livelli di operatività e di assistenza nel settore della Cardiologia”. Inserimmo quell'emendamento perché la proposta che il sindaco ci aveva sottoposto in precedenza aveva evitato completamente di parlare di questo reparto: dimenticanza ci era sembrata più che insidiosa, masochista. Ebbene, oggi scopriamo che nella versione finale del documento che l'amministrazione comunale ha sottoscritto una settimana fa con la Regione, è stata di nuovo rimossa la parte relativa alla Cardiologia che noi avevamo inserito dopo la discussione in Consiglio Comunale. Chiediamo, dunque, al sindaco cosa abbia pensato quando i suoi interlocutori regionali gli hanno proposto di cancellare la frase “mantenere gli attuali livelli di operatività e di assistenza nel settore della Cardiologia”? Per quale ragione questa proposizione doveva essere tolta? A molti forse sembrerà quasi impossibile che questo sindaco possa aver disatteso un mandato esplicito del Consiglio Comunale; purtroppo chi come me ha sperimentato un anno e mezzo di Giunta Buselli non può sorprendersi. Fin dall'inizio con gli assessori Furlanis, Fambrini e Guarneri ci scontrammo con l'arbitrio, la superficialità e le giravolte di un sindaco, incapace di ascoltare gli altri e meno che mai di farsi aiutare. Gli errori, gli scivoloni plateali, i licenziamenti e le dimissioni clamorose hanno poi determinato una pesante perdita di credibilità da parte dell'attuale amministrazione di Volterra, indebolendone di molto la  forza contrattuale. Tanto che oggi il direttore generale, Damone, può permettersi di prendere decisioni capitali sull'ospedale locale in maniera pressoché unilaterale. Naturalmente paghiamo care anche le profonde divisioni che Buselli e la sua Giunta hanno alimentato in modo suicida tra le amministrazioni comunali dell'Alta Val di Cecina, spaccate in due alla nascita dell'Unione dei Comuni. Invece di lavorare per cementare i cinque piccoli Comuni della zona e per dar loro un maggiore peso specifico complessivo, l'amministrazione volterrana ha preferito correre contro i propri vicini, in un'ottica straordinariamente miope e perdente.   
Noi siamo e resteremo sempre disponibili a mobilitarci in favore dell'ospedale di Volterra. Ma non possiamo tacere le enormi responsabilità di chi ottusamente ha perseverato nei propri errori, precipitando la nostra città verso il tracollo.   

Fabio Bernardini, Progetto Originario

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