lunedì 21 novembre 2011

Sanità: propaganda e compromessi

Mercoledì 9 novembre si è tenuta un’iniziativa del PD sulla sanità con la presenza dell’assessore regionale al diritto alla salute Scaramuccia e del direttore generale della ASL 5 Rocco Damone. Sala gremita di persone, esponenti del PD da tutta l’Alta Val di Cecina, rappresentanti delle opposizioni e dell’amministrazione comunale, dal Sindaco Buselli al Vicesindaco Fedeli ad altri assessori e consiglieri. Presenti anche le rappresentanze sindacali, tanti operatori del settore e cittadini comuni, ansiosi di conoscere le prospettive dei nostri servizi sanitari e dell’ospedale di Volterra. L’iniziativa di partito poteva rappresentare un’occasione rara di confronto tra le più alte cariche istituzionali e dirigenziali della sanità toscana e locale, ma anche l'occasione di un confronto più aperto. Purtroppo è mancato l’aspetto della partecipazione dei cittadini al dibattito. Infatti, tranne un paio di brevissimi interventi da parte di cittadini comuni, si sono susseguiti solo i pareri dei rappresentati istituzionali e politici, sottolineati da rituali applausi più o meno scroscianti. Non sono mancate le polemiche: da parte delle opposizioni verso le amministrazioni locali e viceversa, anche esulando dall’argomento della serata.  Il Direttore della ASL 5 Rocco Damone ha annunciato che l’ospedale di Volterra non potrà scendere sotto l’attuale livello, che tutto il “ventaglio” delle specialistiche non verrà toccato. Ma che non possiamo con questo bloccare certe riorganizzazioni interne ai reparti. Tant’è che è stata annunciata l’imminente riorganizzazione del reparto di Cardiologia: finirà all’interno del reparto di Medicina Generale. Due posti letto cardiologici e due posti letto di sub-intensiva multidisciplinari, ossia disponibili per i pazienti di tutta l’area ospedaliera. E’ difficile non scorgere l'eco dei film già visti, l’accorpamento chirurgia-ortopedia o lo spostamento dei letti pediatrici in Medicina Generale. Difficile non scorgere in simili operazioni la necessità di tagliare ancora sul personale, piuttosto che migliorare il servizio per il paziente.  Damone ha poi annunciato la firma, fresca del pomeriggio, del protocollo di intesa con Fedeli e Buselli, protocollo non condiviso con le rappresentanze sindacali, come dichiarato dalla stessa esponente della CGIL, che apprendeva in quel momento la notizia. Notizia che ufficialmente non è arrivata neppure ai gruppi consiliari, che avevano approvato una bozza di documento in Consiglio quasi un anno fa, non sappiamo quanto diverso dal definitivo. Consiglio Comunale che, va ricordato, ha approvato all’unanimità solo pochi mesi fa una mozione che prevedeva l’istituzione di un tavolo istituzionale permanente sulla sanità, che non ci risulta in alcun modo attivo. Sindaco e Vicesindaco hanno ribadito l’importanza della firma del protocollo che sembra tuttavia non contenere, ad esempio, la riorganizzazione della Cardiologia, come esposto da Damone e ribadito dallo stesso primario Giustarini. Si tratterebbe di una cosa già decisa. Allora a che serve il protocollo? C'era un buco da riempire nella libreria di Damone o del Sindaco?
Inoltre, da quanto pubblicato del protocollo nei giorni scorsi, risultava “congelata” la questione Materno-Infantile, perché non rispondente alle esigenze della popolazione, mentre pochi giorni dopo le voci che circolavano sulla soppressione delle degenze pediatriche e sulla reperibilità del Pediatra per il Pronto Soccorso vengono confermate a mezzo stampa da Damone.
La sensazione è che si viaggi su due binari e che il protocollo serva solo a mascherare la totale incomunicabilità tra istituzioni. Quelle locali, rappresentate dal Sindaco, perse a girare un po' a vuoto e la direzione ASL, in evidente sintonia col PD, a dettare tempi e condizioni.
Del resto il PD da una parte e l’amministrazione comunale di Volterra dall’altra non hanno mancato di farsi ciascuno la propria propaganda, in un contesto in cui questa sembrava del tutto fuori luogo.
E’ stata, a nostro avviso, deludente anche la prima uscita sul colle dell’assessore Scaramuccia che non è entrata minimamente nel contesto locale, più tentata dal confronto tra il generale stato di salute dei cittadini toscani con quello di altre regioni, come quello della capitale. Guardando alle ripercussioni della crisi e agli ulteriori tagli, anche di organico (già previsti per legge), si stenta a credere che la qualità dei servizi offerti non subirà conseguenze.
Diverse certezze sono state confermate. La sanità toscana e a cascata quella locale è soprattutto cosa di partito. Il Sindaco Buselli non rappresenta un interlocutore credibile per i cittadini e gli operatori. Lo dimostrano riassetti e tagli calati dall’alto, né preannunciati né tanto meno ammortizzati dall'azione dell'amministrazione comunale. L’assessorato alla sanità, istituito da Buselli per monitorare costantemente il nostro ospedale e i servizi socio-sanitari, risulta del tutto inefficiente, come dimostrato dalle segnalazioni che continuano a pervenire solo dagli operatori o dagli utenti. Il risultato è che la politica sanitaria locale non è cambiata con la nuova amministrazione come avevamo auspicato. E ci aspetta un futuro tutt’altro che roseo. Del resto è sintomatico un Sindaco che si bea della firma di un protocollo, mentre pezzi dell'ospedale contemporaneamente chiudono.
Manola Rosa - Progetto Originario 

Nessun commento:

Posta un commento