mercoledì 19 ottobre 2011

La Regione dice sì a Puretta, il Comune rinuncia alle ghiaie.

Con Delibera di Giunta n. 837 del 3 Ottobre scorso la Regione ha deciso, valutando ambientalmente compatibile l'impatto ambientale del cavo di Puretta. Naturalmente è stata individuata qualche prescrizione, ma ad una prima lettura non sembra siano state avanzate richieste particolarmente stringenti o cautelative. Non intendo tornare in questo frangente a discutere del progetto per intero, che pure meriterebbe un serio approfondimento, al di là delle rappresentazioni drammatiche o entusiastiche già lette. Mi limiterò ad un unico aspetto, la gestione del materiale di risulta dello scavo.  Che non riguarda modeste quantità di inerti, come sostenuto da Cinci un paio di settimane fa su questo giornale. Il progetto, infatti, prevede di distribuire 530.000 mc di materiale sui terreni della azienda Palagetto, di indirizzare ulteriori 111.000 mc presso Coedil e 250.000mc di argilla alla ditta Nencini.  
Su questa spinosa questione, la Regione si è limitata a prendere tempo. Infatti, l'estratto dalla conferenza dei servizi del 29 luglio, allegato alla DGRT 837/2011, richiede ulteriore documentazione circa la “certezza dell'integrale utilizzo” delle terre e rocce da scavo da parte delle ditte Coedil e Nencini; in alternativa richiede “il progetto per il conferimento di tali materiali in discarica”. In ogni caso, sembra proprio che da parte del Comune di Volterra il treno sia stato definitivamente perso. Peccato. Viene confermata così la tendenza nazionale a considerare l'interesse pubblico l'ultima cosa di cui tener conto. Infatti, una parte dei preziosi materiali inerti risultanti dallo scavo potevano essere assorbiti e utilizzati dal Comune di Volterra, che nell'estate del 2009 avanzò specifica richiesta facendo leva su quanto previsto dalla LR 78/1998 (che parla di impieghi esclusivamente pubblici, art. 35).  Purtroppo, uscito il gruppo di Progetto Originario, l'orientamento dell'Amministrazione del Comune in proposito è decisamente mutato. Lo si evince con estrema chiarezza dalla risposta che il Sindaco ha fornito ad una mia recente interrogazione scritta che, a proposito del progetto di Puretta, poneva tre quesiti:
1)      Come fossero state perfezionate le destinazioni progettuali di materiali inerti prelevati dallo scavo e le previsioni definitive di conferimento, rispetto alle richieste del Comune di Volterra e a quelle dei privati.
2)      Se in parallelo al progetto fossero state accolte le richieste di investimento sulle reti di adduzione, così come richiesto dall'Ufficio Via dei Comuni della Comunità Montana.
3)      Se dalla fine dello scorso anno, il Comune avesse mutato indirizzi circa i suddetti temi.
La risposta del Sindaco Buselli riecheggia alla lettera la risposta che Asa fornì alla prima richiesta di materiali avanzata dal Comune, sostenendo che nell'Aprile 2009 “né il Comune di Volterra né le altre Amministrazioni mostrarono interesse al riutilizzo di tali materiali”. Il Sindaco, a questo modo, nonostante avesse tempo sino alla fine di questa estate per perfezionare la richiesta, ha preferito fare propri gli argomenti della sua stessa controparte, allineandosi agli indirizzi delle precedenti amministrazioni.
Eppure, il Sindaco era stato ben informato dei diritti e delle prerogative che spettavano all'Amministrazione Comunale, perché insieme andammo a parlarne in più sedi, a diversi interlocutori, e perfino in Regione, dove avevano capito perfettamente la ragionevolezza delle nostre richieste. Che non riguardavano tutto il materiale disponibile, ma circa il 7% degli inerti stimati, quanto poteva servire al Comune per i prossimi progetti di pubblica utilità. In un secondo tempo, però, deve essere intervenuta qualche novità a convincere diversamente il Sindaco, come dimostrano le ulteriori argomentazioni che contrappone alle mie richieste: “Si precisa che il materiale così conferito ha caratteristiche tali da non poter essere utilizzato se non dopo il trattamento di lavaggio, setacciatura e frantumazione, da operare a totale carico dell'Amministrazione”. Come sottolineato da Cocucci a proposito di una simile affermazione già avanzata dall'assessore Costa, ciò equivale a dire: grazie, ma accettiamo il tacchino per regalo solo se già spennato.
Nella parte successiva della sua risposta, il Sindaco Buselli, cancella ogni residuo dubbio: “Per quanto sopra esposto, in considerazione del fatto ed a seguito dei successivi contatti avuti con ASA (che partecipa finanziariamente alla realizzazione dell’invaso con investimenti del piano di ambito e quindi provenienti dalla tariffa), l’Amministrazione Comunale ha rinunciato a ripresentare la richiesta per non ostacolare la procedura di rilascio dell’autorizzazione, lasciando gli inerti estratti nella disponibilità di ASA per ricoprire le spese di indennità al proprietario dei terreni necessari alla realizzazione dell’opera”. Dunque, niente di nuovo sotto il sole. Materiali di notevole valore, che in parte potevano essere messi nella disponibilità del Comune sono stati indirizzati totalmente a soggetti privati. Che certamente apprezzeranno, nonostante la seccatura del lavaggio, setacciatura e frantumazione.
Non so come la pensino i colleghi di maggioranza, ma a mio avviso, un'Amministrazione che rinuncia ad acquisire un bene del valore di circa mezzo milione di euro, non agisce in modo migliore di chi  abbandoni a metà lavori il cantiere di una piscina per qualche lustro.
Fabio Bernardini, Progetto Originario


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