lunedì 31 ottobre 2011

La profezia di Saline

La settimana scorsa al Circolo del dopolavoro a Saline, in una sala gremita di gente come da tempo non si vedeva, è stata inaugurata una nuova fase di vita del Comitato per la difesa della ValdiCecina. Gli ultimi episodi di subsidenza e i crolli comparsi presso il bosco degli Spadini hanno creato allarme in paese e la gente è tornata a preoccuparsi per la sorte delle proprie case. Dunque non erano poi così errate (né erano in malafede) le profezie sulle conseguenze dell'accordo Monopoli-Solvay che avevamo sostenuto, spesso in “quattro gatti”. Bene ha fatto il Sindaco, dietro segnalazione e stimolo delle associazioni salinesi, a intervenire sul cantiere per cercare di approfondire la sua reale pericolosità. Invece ha fatto malissimo a piallare ogni dubbio e a stendere ponti d'oro al progetto Puretta, che come ben sapiamo rischia di tramutarsi nel lasciapassare per consentire a Solvay anche lo sfruttamento delle concessioni denominate “Cecina” e “Poppiano”, che chiuderanno l'accerchiamento del paese. In teoria il fronte politico locale su questo tema oggi dovrebbe presentarsi più unito rispetto a qualche anno fa. A Marzo, il Consiglio Comunale all'unanimità aveva salutato con favore l'esito favorevole del ricorso al TAR intentato dal WWF contro la Regione, che con la procedura di Via conclusasi nel 2005 aveva malauguratamente lasciato a Solvay la possibilità di sfruttare a ritmi vertiginosi tutte le concessioni minerarie ex Monopoli. Probabilmente col tempo la situazione, però, potrebbe mutare. Per questo è molto meglio se la gente di Saline si organizza direttamente, interfacciandosi da pari a pari con le varie forze politiche. Per fortuna l'assemblea del dopolavoro si è conclusa felicemente con un discreto numero di adesioni al comitato. Non nascondo che  durante la serata, in mezzo a tanta gente, ho provato sentimenti ambivalenti. Non potevo non ricordare le tante occasioni, capitate durante quasi dieci anni di vertenza contro questo progetto di sfruttamento minerario, in cui avevamo un disperato bisogno dell'appoggio di questi stessi cittadini. Quante volte abbiamo cozzato contro un muro di apatia! Un esempio per tutti: la marcia del sale. Ci ritrovammo in pochissimi a manifestare per Saline e per un diverso rapporto con le risorse del territorio. Tuttavia, la rinascente attenzione dei salinesi fa ben sperare. Ciò che mi ha fatto più piacere è che tutti i fondatori di questa riedizione del comitato sono letteralmente i figli dei principali promotori del primo comitato. Persone coraggiose e appassionate, che nel tempo hanno seminato bene. Un bel segno di continuità e, in qualche modo,  di speranza nel futuro. 

Fabio Bernardini, Progetto Originario

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