Il
Consiglio Comunale aperto di martedì 3 settembre avrebbe dovuto
essere l’occasione di un confronto con l’assessore regionale
Marroni, per discutere e chiarire come il progetto della casa della
salute verrà declinato a Volterra e in quale rapporto si porrà con
l’ospedale cittadino. E’ chiaro infatti che la preoccupazione di
una parte della popolazione, che condividiamo anche noi, è quella di
assistere alla creazione di un modello assistenziale più leggero che
introduca servizi che invece di aggiungersi ed integrarsi con quelli
ospedalieri esistenti, vada a sostituirsi ad essi, rosicchiando
ulteriori pezzi di ospedale.
Auspicavamo
che l’incontro in sede istituzionale con l’assessore regionale
alla sanità ci avrebbe dato l’opportunità di strappargli impegni
formali davanti alla città e l’occasione per misurarne
l’attendibilità sul campo successivamente.
L’assessore
dopo una iniziale disponibilità per la data indicata ha comunicato
che non sarebbe potuto venire, dimostrandosi disponibile per un
incontro successivo. Per come avevamo inteso il senso di questo
consiglio comunale e per l’importanza che per noi riveste il
confronto con le istituzioni, ci sarebbe sembrato normale
semplicemente proporre un’altra data. Il sindaco ha scelto,
viceversa, di precedere ugualmente celebrando un consiglio comunale
di tutt’altro segno. Alla fine è risultato chiaro il perché.
Buselli infatti aveva preparato un consiglio comunale teso non tanto
a ricercare un confronto con la Regione Toscana per giungere ad un
punto di caduta comune, ma volto a preparare il terreno per uno
scontro aperto fin da subito, facendo fronte comune con i territori
periferici che da anni convivono con i tagli e col disagio della
riduzione dei servizi.
Se
da un lato è stato sinceramente interessante ascoltare ciò che
accade o è accaduto in altri territori della Toscana perché ci ha
offerto una visione più completa della situazione generale, è
chiaro però che si è volutamente abbandonata senza neppure provare
a percorrerla la strada del confronto con il nostro interlocutore
principale che, volente o nolente, è e rimane la Regione. Questa
scelta strategica unilaterale di Buselli, che ha platealmente
disatteso il mandato che il Consiglio Comunale gli aveva affidato
con delibera del 28 giugno scorso, può diventare pericolosa in
questa fase rischiando ricadute controproducenti. Far saltare il
tavolo della trattativa prima ancora di averlo riunito e prima ancora
di conoscere compiutamente le posizioni altrui, di fatto ci ha
bruciato da subito una possibilità importante che era quella di
ragionare serenamente con l’interlocutore istituzionalmente
competente.
Non
si può dimenticare, infatti, che ad oggi il metodo esclusivamente
rivendicativo, reiterato a più riprese, non ha sortito alcun effetto
benefico sui nostri servizi ospedalieri. Anzi è un fatto
incontestabile che dal 2009 ad oggi abbiamo perso irreversibilmente
il punto nascita e la pediatria, abbiamo subito il doloroso
accorpamento della cardiologia a medicina e il consistente
ridimensionamento del laboratorio analisi. Forse questi pesantissimi
tagli avrebbero dovuto far riflettere più a fondo sull’efficacia
delle strade percorse finora. Per una volta ci pareva veramente
opportuno farci promotori di un tentativo di confronto sereno con le
istituzioni, sperimentando finalmente i percorsi della via politica che alla
fine in questi casi dovrebbe essere la via maestra.
Progetto
Originario
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