domenica 27 gennaio 2013

Piombo e nebbia



La lettura degli ultimi documenti emersi circa lo scandalo Benzinopoli offre un quadro desolante e allarmante insieme. Soltanto lo scorso settembre avevamo già dovuto osservare, con sconforto, documenti ufficiali dai contenuti  assurdi, che riferivano di rifornimenti di gasolio eseguiti su auto a benzina o rapporti secondo i quali auto accreditate di consumi pari a 14Km/l di carburante dal 2011 avrebbero avuto un crollo di prestazioni improvviso fino a 7Km/l. Le ulteriori verifiche ultimate a dicembre dall'ufficio economico del Comune hanno messo in luce altre anomalie su altre auto che gridano vendetta: rifornimenti di carburante per quantità superiori alla capacità del serbatoio, oppure automobili ferme ma con schede carburante che viaggiano e soprattutto che continuano a spendere soldi pubblici in rifornimenti fantasma. Se avessimo di fronte amministratori decenti qualcuno si sarebbe già dimesso o sarebbe stato allontanato per decisione del sindaco o del suo partito.  Invece assistiamo ad un'amministrazione che, in presenza fatti gravi che mettono a repentaglio beni e denari pubblici, prima ha bloccato il varo della commissione d'inchiesta che avrebbe fatto luce sugli abusi e sulle eventuali ruberie, poi ha lasciato al solo funzionario dell'economato tutto l'onere della denuncia alla Guardia di Finanza. Evidentemente questa amministrazione può starsene alla finestra, mentre le schede carburante del comune fanno rifornimenti a non si sa quali automobili private. Ancora una volta, l'ennesima, notiamo che i nomi saltati fuori fanno riferimento ad amministratori in quota Udc, un partito che al solito tace e si guarda bene da condannare certi episodi. Il sindaco Buselli, per parte sua, non solo ha ostacolato la formazione di una commissione d'indagine, ma adesso ha perfino deciso di procedere legalmente, a spese delle casse comunali ovvio, contro chi ha diffuso o diffonderà informazioni sui furti di benzina dalle auto del Comune. E' chiaro: Buselli non ce l'ha con chi fa rifornimento nella propria auto a spese del Comune, ce l'ha con chi permette che si sappia in giro.
La situazione è ormai fin troppo evidente e rivela nella sua dinamica un pratico esempio di come e quanto facilmente si diffonda la corruzione nel sistema Italia. Pur di non mettere a rischio il proprio posto, tutti gli esponenti della maggioranza a novembre votarono contro il varo della commissione d'inchiesta. Non uno che abbia detto: “voglio vederci chiaro”; oppure che abbia sentito il dovere di informare i cittadini dei gravi fatti accaduti in Comune. Di prendere le distanze con le proprie dimissioni da questa compagine impresentabile, poi, figuriamoci!, nemmeno a parlarne. Fanno di tutto affinché i fatti accertati dai dipendenti dell'ufficio economico rimangano chiusi tra le quattro mura di Palazzo dei Priori. Un palazzo di piombo, non di vetro come recitavano gli slogan elettorali del sindaco. Un palazzo di piombo e avvolto nelle nebbie dell'omertà. Tutti zitti, sperando che le notizie non trapelino, che la gente dimentichi presto e che la giustizia proceda a ritmo di lumaca magari fino alla prescrizione di eventuali reati. Al contrario noi facciamo appello agli organi inquirenti affinché lavorino celermente, perché non possiamo lasciare per mesi o anni ombre di questo tipo sull'amministrazione comunale di Volterra.

Progetto Originario

Nessun commento:

Posta un commento