martedì 14 dicembre 2010

Orsi e Fambrini, sguardi diversi su Volterra

Mi ha fatto piacere leggere la scorsa settimana su questo settimanale le opinioni dell’ex assessore all’Urbanistica, l’arch. Francesco Fambrini. Ho ritrovato la persona acuta, equilibrata ma anche appassionata che conosco e apprezzo. Il suo commento prende spunto da una lettera di Emanuele Orsi per tracciare il suo punto di vista sull’odierna Amministrazione Comunale di Volterra e sul progetto politico che le stava a monte. In prima battuta non si può proprio fare a meno di notare la differenza di stile tra i due, Orsi e Fambrini. Tanto appare risentito e allusivo l’uno, quanto suona lineare e disincantato l’altro. Del resto, anche in passato avevano dimostrato di avere personalità molto diverse e per certi versi contrapposte. Semplice e diretto, talvolta fino alla brutalità, l’assessore, articolato e ondivago il consulente politico di Moschi. Chi nell’amministrazione pendeva dalle labbra di Emanuele Orsi detestava Fambrini; chi stimava Fambrini mal sopportava Orsi e l’ambiguità del suo ruolo. Oggi, l’ex presidente del S. Chiara consuma la sua vendetta riservando al sindaco Buselli, reo di non averlo difeso abbastanza, lo stesso trattamento che soleva impartire qualche mese fa a chi gli intralciava la strada. Un altro al suo posto avrebbe pensato a scusarsi per essersi fregiato di titoli ed esperienze professionali di fantasia. A me personalmente Orsi non ha mai mostrato il suo curriculum, ma ricordo precisamente che un paio di volte mi parlò delle sue esperienze di lavoro a Milano e in Brasile in ruoli di tutto rispetto all’interno della Società Fontana, azienda di produzione di bulloneria con succursali diffuse in mezzo mondo. Alla fine è risultato tutto falso. Durante gli accertamenti compiuti in seguito alle note vicende, la Società Fontana smentì categoricamente di avere mai avuto niente a che fare con lui. Anzi, credo che, nella fase di maggior clamore dalla vicenda, i suoi legali rappresentanti abbiano inoltrato un esposto alla Procura della Repubblica a tutela del buon nome dell’azienda.
Ciò che più conta per me, però, è che la lettera di Francesco Fambrini offre finalmente l’occasione per tornare pubblicamente sulla sua esperienza all’interno dell’amministrazione, per rendergli qualche merito. Fambrini stava lavorando bene al suo assessorato, possedeva competenze specifiche e si era sinceramente appassionato al compito che gli era stato assegnato. Non riuscì a portare avanti la variante urbanistica necessaria ancora adesso alla città e al nostro territorio, unicamente perché non ebbe soldi sufficienti nel suo bilancio. Lo stanziamento adeguato arrivò soltanto pochissimi giorni prima del suo licenziamento e gli fu di fatto impossibile procedere all’assegnazione dell’incarico. Per me e per altri suoi colleghi assessori fu particolarmente doloroso assistere all’episodio della lettera di rimostranze dei professionisti locali e all’uso strumentale che ne venne fatto contro di lui. Quella vicenda, dopo le contrastate dimissioni del prof. Furlanis e l’uscita sulla stampa di una serie di scritti mirati a suo sfavore (naturalmente non firmati ma di chiara provenienza), contribuì ad esasperare il suo stato d’animo. Nell’ultimo spezzone del suo mandato più volte io, Graziano Gazzarri, Sonia Guarneri e Luigi Cocucci intervenimmo per dissuaderlo dal dimettersi. Come noto finì per essere allontanato dal sindaco, dopo l’ennesima discussione. Credo che in seguito gli sia rimasto il rammarico di non essersi congedato da Volterra di propria iniziativa. A soli sei mesi di distanza da quei giorni, io e Sonia Guarneri non abbiamo applicato a noi stessi la stessa logica che reclamavamo da lui, e abbiamo deciso di lasciare le nostre deleghe per reagire ad un andamento che non riconosciamo più per quello che avevamo pensato e promosso insieme ai primi membri della lista civica. Non concordo tuttavia con le conclusioni tratte da Fambrini, quando scrive che oggi “si è persa l’ultima speranza di sopravvivenza di una grande idea che aveva brillato alle ultime elezioni”. Può darsi, invece, che si sia persa per strada soltanto l’interpretazione, la traduzione in pratica di un’idea ancora valida, come dimostrano molte altre esperienze di liste civiche meno travagliate della nostra. In ogni caso non vale la pena perdersi d’animo. Di fronte a tanti problemi che attorniano la nostra zona, credo ancora che occorra riunire assieme tutte le forze migliori per tentare di sottrarsi ad un processo di declino preoccupante ma non ancora inarrestabile.  

Fabio Bernardini

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